© Luca Prestia
La frontiera non è solo una linea che spezza. È anche un territorio che relaziona. È un limbo, uno spazio del contraddire.
Un terreno di angosciosa attesa e di accesa speranza, di profonda frustrazione e di istintiva resistenza, di estenuante noia e di fragile eccitazione. Di silenzio insopportabile e di vitale comunicazione.
Di scontro ma anche di negoziato, incontro.
Federico Faloppa
Sabato 13 luglio alle ore 16 a Paraloup (frazione di Rittana, Cuneo) si inaugura la mostra fotografica Beyond the border, realizzata dal fotografo Luca Prestia e dal linguista Federico Faloppa, docente alla Reading University. Dialogherà con loro Adriano Favole, docente di Antropologia presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell'Università degli Studi di Torino.
Beyond the border racconta une delle frontiere contemporanee, quella di Ventimiglia, da anni al centro dell’attenzione mediatica internazionale per le tragiche vicende di chi, proveniente dal sud del mondo, tenta di attraversarla a ogni costo, lasciandosi alle spalle una vita di sofferenza, guerra, povertà.
Immagini e testo sono il risultato del lavoro fotografico iniziato da Luca Prestia nel 2017 a Ventimiglia lungo il viadotto stradale che attraversa la città, sotto il quale si raccolgono le persone che tentano di attraversare il confine e il cosiddetto “Passo della Morte”, il sentiero di montagna che conduce dall’entroterra a Mentone, utilizzato anche nella Seconda guerra mondiale per aiutare gli ebrei in fuga dal regime fascista.
Nel 2018, con Federico Faloppa, Linguista all’Università di Reading, il progetto è cresciuto tanto da inglobare altre frontiere “sensibili”.
L’isola di Lesbo, raggiunta da migliaia di persone provenienti dalla Turchia che attraverso la Grecia per arrivare in Europa; Bihac, tra Bosnia e Croazia, nel mezzo della cosiddetta ‘Balkan Route’ e, per concludere, Ceuta e Melilla, due enclavi spagnole in territorio marocchino.
Lo scopo del lavoro di Prestia e Faloppa è far riflettere, oggi, sul significato di “frontiera”, sulle implicazioni non solo geopolitiche, quanto piuttosto culturali.
Attraverso gli scatti e le parole, la frontiera assume i connotati di luogo permeabile, poroso, capace di mettere in relazione tra loro gli individui e le storie di cui sono portatori, in un infinito – per quanto sofferto – ciclo di scambio che da sempre rappresenta la storia stessa dell’umanità.
Le 18 immagini raccontano il primo confine, Ventimiglia, concentrandosi sui “segni” e i luoghi - cioè sul paesaggio migratorio - piuttosto che sulle persone che lo attraversano. Questo perché i segni lasciati dai migranti - oggetti, indumenti, accampamenti improvvisati - sono rivelatori potenti di significato e coinvolgono lo sguardo dell'osservatore in maniera profonda ed emotivamente importante. Faloppa trova in questo sguardo speciale un “aggancio” in linea con il sociolinguistic landscaping, pratica dello scambio linguistico, che la presenza di individui di culture e lingue differenti in un dato luogo mettono in atto.
Ingresso gratuito.
A partire dalle ore 12 e fino alle ore 19, sarà a disposizione il servizio navetta gratuito dal pianoro del Chiot Rosa alla borgata Paraloup.
Per informazioni:
Cell. 375 5914347