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I fogli nascosti

 

fogli nascosti

 

Un piccolo foglio di quaderno a quadretti piegato in quattro. 
“L’ho trovato sul ripiano di un banco della Sala Proiezioni, facendo pulizia” - mi dice Carla, la bidella del primo piano, passandomelo con un mezzo sorriso. “Quante volte, quanti giorni sono chiusa in me stessa? Non parlo con nessuno, magari qualche cenno senza voglia. Per giustificarmi dico che è la colite. I giorni scivolano via, inutili e non so cosa fare. Ma non chiedermi niente, stammi vicino. Non chiedermi niente, amami.”
Nasce da questo piccolo episodio, la rivista “I fogli nascosti”.

 

L’idea di fondo è quella di pubblicare e dare spazio agli studenti che scrivono, che hanno voglia di comunicare i loro pensieri e le loro emozioni.
Sappiamo che esiste un sommerso di scrittura che non vede la luce e sappiamo, altrettanto bene, che gli studenti hanno un mondo intero di cose da dire, a noi sconosciute.

E’ Nuto Revelli lo stimolo per portare avanti questa proposta. A quante persone ha dato voce grazie al suo lavoro e ai suoi libri? Quante testimonianze ha raccolto grazie alla sua capacità di ascoltare?
E allora grazie alla collaborazione di parecchi insegnanti abbiamo provato a cercare i “fogli nascosti” con la volontà di porci in ascolto e di cercare di capire. Ogni insegnante, all’interno del proprio Istituto ha spiegato agli studenti l’iniziativa, chiarendo che ognuno avrebbe potuto consegnare, anche in forma anonima, ciò che già aveva scritto spontaneamente e che gli scritti sarebbero stati pubblicati su una rivista. Attraverso poesie, racconti, riflessioni, testi di canzoni, favole e disegni gli/le adolescenti hanno provato a raccontarsi e ci hanno parlato, dando vita a ormai due numeri della rivista. In questi due anni il progetto si è concluso con un momento di incontro qui a casa di Nuto, in cui i ragazzi hanno potuto leggere e confrontarsi con i propri pari sui loro testi creando un’atmosfera davvero intima ed emozionante.

 

I fogli nascosti sono quindi l’antidoto a quello che secondo Nuto è l’errore più grande: non sapere ascoltare e non voler entrare in comunicazione con il mondo dei giovani e non ascoltare le loro riflessioni e domande.

Cosa pensano del mondo di oggi? Davvero non sono interessati ai problemi che vedono attorno a loro? Immigrazione, guerra, informazione, tecnologia? Quanto sono importanti nella loro vita l’amore, l’amicizia? Essere felici è davvero fondamentale? E la scuola, sono soddisfatti di quella che vivono tutti i giorni? E gli insegnanti?

 

Se sei curioso di entrare nei cassetti e nel mondo dei ragazzi di oggi, passa in Fondazione a ritirare una copia della rivista.

 

 

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